Una casa colonica vintage style, a due passi dall’Oceano e dalle spiagge californiane amate dai surfisti

 

di Sonia S. Braga

Per gli abitanti della Hawaii, il surf era una pratica quotidiana fin dal Cinquecento. E non era certo uno sport nel significato moderno che oggi attribuiamo a questa parola. Cavalcare le onde con una Papa-he-nalu, tavola di legno ricavata da un tronco d'albero, era una manifestazione di superiorità, un modo per evidenziare il proprio rango sociale, qualcosa di molto simile a rito di iniziazione.

Quando nel 1898 le isole furono formalmente annesse agli Stati Uniti, molte delle tradizioni tribali andarono perdute, finché all'inizio del secolo scorso il surfista hawaiano George Frith rispose all'invito di Alexander Hume e Jack London diventando ufficialmente il primo uomo a praticare il surf in California. Ma fu con le evoluzioni dell'olimpionico di nuoto Duke Kahanamoku che il surf diventò uno sport popolare. Considerato il padre del surf moderno, le apparizioni di Duke sulle spiagge californiane segnarono l’inizio dell’era del surf statunitense e fecero del Golden State uno dei paradisi per gli amanti di questo sport.

A due passi dall’Oceano

E sempre in California, negli anni Cinquanta, Jack O'Neill inventò uno degli strumenti più iconici per i surfisti: la muta. O'Neill, il brand nato fra le bellezze naturali e le spiagge di Santa Cruz, porta ancora il suo nome.

Perché Santa Cruz è Lighthouse Point, Pleasure Point e Steamer Lane, fra le migliori location per praticare surf negli Stati Uniti. Nella “Surf City” ha deciso di vivere Suna Lock, designer di Stripe Design Services, con il marito Josh Fischer e i loro due figli.

La loro casa si trova sulle alture di Santa Cruz, a due passi dal Branciforte Creek, un'affluente del San Lorenzo River. Si tratta di una casa colonica costruita nel 1910 e ampliata nel corso degli anni. La parte anteriore della casa è ancora deliziosamente simmetrica, mentre la parte posteriore necessitava di una importante ristrutturazione. Il progetto non poteva che partire da qui: la metà posteriore della casa, dove si trova la cucina, doveva essere modernizzata e collegata con l'edificio originale di inizio secolo.

Ricominciare da capo…

Piuttosto che ristrutturare ciò che c'era, Suna ha deciso di abbatterla e ricominciare da capo. Con l'aiuto di Bill Kempf di William C. Kempf Architects, Suna ha progettato un moderno fienile nero che corre perpendicolarmente alla casa bianca originale.

La nuova struttura semplifica le linee dei tetti ed esalta il tradizionale rivestimento in legno della casa colonica utilizzando un pannello verticale scuro. La nuova ala ospita la cucina e la sala da pranzo ed è fiancheggiata da due vetrate laterali che consentono di aprire l'intera stanza sul terreno citcostante che può essere sfruttato quasi tutto l'anno.

Il risultato è sorprendente: «Ho voluto abbracciare la nozione di modernità che i grandi elementi vetrati hanno apportato all'architettura, onorando allo stesso tempo l'epoca e lo stile della casa originale» racconta la designer. «Il pavimento è costituito da una tavola di quercia mentre il soffitto è ornato da una delicata texture concentrica. Questi elementi si legano perfettamente all'interno come in un'unica dimora».

Vintage style e modernità

Sono molti i tocchi d'autore che caratterizzano questa casa. L'isola della cucina, ad esempio, è stata recuperata da un panificio del 1930, mentre le luci a sospensione della cucina, che dialogano con le sedie da pranzo Thonet Bentwood, provengono da una vecchia scuola dell'Ohio. Il punto di forza del progetto è il calibrato mix fra oggetti antichi e un ambiente contemporaneo.

«Il resto della cucina ha piani di lavoro in quarzite, mentre l'originale in legno consumato è stato mantenuto» continua la designer. «Tutti i grandi elettrodomestici sono integrati per passare inosservati. Il frigorifero e la lavastoviglie sono Fisher Paykel, il rubinetto del lavello e il riempimento del vaso sono Rohl, la cucina è Dacor».

Suna e Josh hanno seguito da vicino tutti i lavori, durati circa dodici mesi, abitando in una cupola geodetica di proprietà per tutto il periodo della ristrutturazione. Hanno avuto incontri settimanali con l'appaltatore e sono state prese molte decisioni lungo il percorso, tutte scaturite da un confronto e da una sintonia che non è possibile non notare nel risultato finale.

«Anche per questo non c'è stata una “grande rivelazione” oppure un imprevisto “colpo di scena”» conclude Suna. «Non nego che l'eccitazione cresceva man mano che si avvicinava il giorno del trasloco e tutti non vedevamo l'ora di trasferirci in questo nuovo spazio a Santa Cruz. E l'entusiasmo ha contagiato anche gli animali di famiglia, ovvero gli amati cani Charlie e Lola».

Fra le meraviglie della “Surf City”, con i suoi parchi, le spiagge, le foreste di sequoie e i boschi di eucalipti dove le farfalle monarca trascorrono l'inverno...